Le proporzioni del diamante influiscono sulla bellezza complessiva della pietra preziosa, e di conseguenza sul suo valore di mercato. Scopriamo di cosa stiamo parlando in modo più approfondito.
Che cosa sono le proporzioni del diamante
Buona parte della bellezza del diamante dipende dall’interazione che intercorre tra la pietra e la luce: la luce attraversa la gemma e viene rifratta, il modo in cui viene rifratta cambia l’aspetto del diamante all’occhio dell’osservatore. Le proporzioni della pietra preziosa determinano il suo rapporto con la luce, influenzandone scintillio e brillantezza; sono quindi fondamentali per garantirne la bellezza e conseguentemente il valore.
Da chi sono state definite le proporzioni dei diamanti?
Le proporzioni del diamante sono state definite nei primi anni del ‘900 da Marcel Tolkowsky, ossia il padre del taglio a brillante, colui che rivoluzionò il modo di tagliare i diamanti. Tolkowsky capì che si doveva prendere in considerazione il comportamento della luce all’interno della pietra per valorizzarne al meglio la lucentezza e la brillantezza. Per raggiungere questo scopo indicò le proporzioni ideali che deve avere il diamante per sfruttare al massimo la riflessione e la rifrazione della luce che entra nella pietra, per poi uscirne nel migliore dei modi.
Quali sono le corrette proporzioni?
Le sfaccettature della corona, ossia la parte superiore del diamante, fungono da finestre attraverso le quali la luce entra nella pietra; invece, le faccette del padiglione, ossia la parte inferiore della gemma, sono gli specchi che riflettono la luce attraverso le faccette della corona. Per raggiungere gli obiettivi e ottenere una giusta brillantezza e lucentezza, devono essere rispettate le leggi ottiche che prevedono che l’angolo di incidenza, che equivale all’angolo di riflessione, determina dove devono essere posizionate le faccette e quali angoli sono in relazione tra di loro. Di conseguenza le faccette dipendono l’una dall’altra per consentire alla luce di entrare e uscire da un diamante.